Nato a Pisa nel 1967. Ha iniziato a dipingere a 20 anni a Milano dove studia comunicazione e si laurea in filosofia. Lavora nel campo della comunicazione. Impara a dipingere dai maestri che incontra nella sua strada. Negli anni si confronta con diversi stili, sia nell'informale che nel figurativo. Espone per la prima volta a Milano nel 1988 poi a Pisa, Bologna, Barcellona, e Santo Domingo nel 2010, presso l'Hotel El Ambajador, sede di una mostra internazionale sul made in Italy. Da alcuni anni collabora con altri pittori in performance di pittura estemporanea.
Born in PIsa in 1967, he begins to paint in Milano when he is 20 years old. He goes philosophy to the university where he graduates in 1995. He studies advertising and he works as copywriter for some years. He learns to paint from the teachers that he meets for his way.
In the years he is compared with different styles and different themes, both in the informal one and in the figurative painting. He exposes from 1988, before in Milano, then Pisa, Bologna, Barcelona...
Since 2008 he has entered to belong to the Invisible_gap, group of artists with which he has organized and participated in shows and events.
In 2010 he have an exposition in Santo Domingo. in El Ambajador Hotel.
July 2013, Second Tribe catalogue.
tratto da Fermenti, anno XXV, n° 2-1995 pubblicato sul catalogo SECOND TRIBE
Paolo Rizzi, un anelito di poesia contro lo spaesamento
Se l’arte, come giustamente dice Adorno, è magia liberata dalla menzogna di esser verità, i quadri di Paolo Rizzi colpiscono subito al centro. L’arte di questo giovane mostra una dedizione alla causa e una resa non indifferenti. La sua aderenza alla realtà è sorprendente, come sorprendente è questo suo metaforizzare con una carica così violentemente lirica i mali ma anche gli aneliti poetici di questa civiltà in declino. I suoi colori sono una sfida continua. Sembra quasi che Paolo Rizzi voglia frenare e attutire la violenza della civiltà dei consumi col suo segno teneramente deciso. La sua sfida è dunque di fare arte con l’antiartistico, far poesia con l’impoetico. Una resa dinamica, interna alle soluzioni dell’immagine, crea continui rimandi ai suoi maestri dichiarati o semplicemente evocati, e si va da un certo primitivismo segnico che rimanda Lèger, Giacometti ma soprattutto Roy Lichtenstein; non si possono però dimenticare il graffitista Keith Haring e il fumettista Andrea Pazienza. Insomma è giusto affermare che Paolo Rizzi vuole unire sublime e quotidiano, materia e segno, simbolo e so- gno, mischiando, amalgamando elementi spuri. E l’operazione gli riesce, dando origine così ad opere di grande forza ma anche di grande evocazione. Il nostro giovane artista gioca sugli opposti che si attraggono. E’ infatti tremendamente allettato dall’abisso del colore ma ne è anche profondamente respinto, ed è lì che gioca col segno chiaro, deciso, grafico. C’è in lui una solida, ma al tempo stesso trasparente, realtà del sogno, una voglia profonda di modificare in meglio il vivere, e questa è una del- le spinte più potenti dell’arte... L’opera di Paolo Rizzi emana una voglia di riscossa che spande come l’inchiostro sulla carta assor- bente. E questo lo colloca fra coloro che invece di farsi possedere dallo spaesamento, lo usa per fare arte.
Dario Bellezza
Paolo Rizzi, un anelito di poesia contro lo spaesamento
Se l’arte, come giustamente dice Adorno, è magia liberata dalla menzogna di esser verità, i quadri di Paolo Rizzi colpiscono subito al centro. L’arte di questo giovane mostra una dedizione alla causa e una resa non indifferenti. La sua aderenza alla realtà è sorprendente, come sorprendente è questo suo metaforizzare con una carica così violentemente lirica i mali ma anche gli aneliti poetici di questa civiltà in declino. I suoi colori sono una sfida continua. Sembra quasi che Paolo Rizzi voglia frenare e attutire la violenza della civiltà dei consumi col suo segno teneramente deciso. La sua sfida è dunque di fare arte con l’antiartistico, far poesia con l’impoetico. Una resa dinamica, interna alle soluzioni dell’immagine, crea continui rimandi ai suoi maestri dichiarati o semplicemente evocati, e si va da un certo primitivismo segnico che rimanda Lèger, Giacometti ma soprattutto Roy Lichtenstein; non si possono però dimenticare il graffitista Keith Haring e il fumettista Andrea Pazienza. Insomma è giusto affermare che Paolo Rizzi vuole unire sublime e quotidiano, materia e segno, simbolo e so- gno, mischiando, amalgamando elementi spuri. E l’operazione gli riesce, dando origine così ad opere di grande forza ma anche di grande evocazione. Il nostro giovane artista gioca sugli opposti che si attraggono. E’ infatti tremendamente allettato dall’abisso del colore ma ne è anche profondamente respinto, ed è lì che gioca col segno chiaro, deciso, grafico. C’è in lui una solida, ma al tempo stesso trasparente, realtà del sogno, una voglia profonda di modificare in meglio il vivere, e questa è una del- le spinte più potenti dell’arte... L’opera di Paolo Rizzi emana una voglia di riscossa che spande come l’inchiostro sulla carta assor- bente. E questo lo colloca fra coloro che invece di farsi possedere dallo spaesamento, lo usa per fare arte.
Dario Bellezza
taken from Fermenti, year XXV, No. 2-1995, published on SECOND TRIBE art catalog
Paolo Rizzi, a yearning for poetry against the disorientation
If art, as Adorno rightly says, it is magic delivered from the lie of being truth, the paintings of Paolo Rizzi strike immediately at the center. The art of this young man shows a dedication to the cause and made a not inconsiderable. Its closeness to reality is amazing, how amazing it is that its a meta- phor with a charge so violently lyrical evils but also the poetic longings of this civilization in decline. Its colors are an ongoing challenge. It almost seems that Paolo Rizzi wants to curb and mitigate the violence of the consumer society with its sign tenderly decided. His challenge is to make art with the inartistic, make poetry with the unpoetic. A dynamic rendering, internal solutions of the image, crea- tes constant references to her teachers declared or simply evoked, and you go from a certain primiti- vism of signs that refer Léger, Giacometti but especially Roy Lichtenstein, you can not forget, howe- ver, the graffiti artist Keith Haring and the cartoonist Andrea Pazienza. So it is fair to say that Paolo Rizzi wants to unite the sublime and everyday material and sign, symbol and dream, mixing, mixing spurious elements. And the operation is successful, thus giving rise to works of great strength but also of great evocation. Our young artist plays on opposites attract. And ‘in fact tremendously lured from the abyss of color but it is also deeply rejected, and it is there that plays with the sign of clear, strong, graphic. There is in him a strong, transparent but at the same time, the reality of the dream, a deep desire to change your life for the better, and this is one of the most powerful forces of the art ... The work of Paolo Rizzi exudes a desire to rescue that poured out like ink on paper towels. And this places him among those who instead of being possessed by disorientation, use it to make art.
Dario Bellezza
Paolo Rizzi, a yearning for poetry against the disorientation
If art, as Adorno rightly says, it is magic delivered from the lie of being truth, the paintings of Paolo Rizzi strike immediately at the center. The art of this young man shows a dedication to the cause and made a not inconsiderable. Its closeness to reality is amazing, how amazing it is that its a meta- phor with a charge so violently lyrical evils but also the poetic longings of this civilization in decline. Its colors are an ongoing challenge. It almost seems that Paolo Rizzi wants to curb and mitigate the violence of the consumer society with its sign tenderly decided. His challenge is to make art with the inartistic, make poetry with the unpoetic. A dynamic rendering, internal solutions of the image, crea- tes constant references to her teachers declared or simply evoked, and you go from a certain primiti- vism of signs that refer Léger, Giacometti but especially Roy Lichtenstein, you can not forget, howe- ver, the graffiti artist Keith Haring and the cartoonist Andrea Pazienza. So it is fair to say that Paolo Rizzi wants to unite the sublime and everyday material and sign, symbol and dream, mixing, mixing spurious elements. And the operation is successful, thus giving rise to works of great strength but also of great evocation. Our young artist plays on opposites attract. And ‘in fact tremendously lured from the abyss of color but it is also deeply rejected, and it is there that plays with the sign of clear, strong, graphic. There is in him a strong, transparent but at the same time, the reality of the dream, a deep desire to change your life for the better, and this is one of the most powerful forces of the art ... The work of Paolo Rizzi exudes a desire to rescue that poured out like ink on paper towels. And this places him among those who instead of being possessed by disorientation, use it to make art.
Dario Bellezza